Al Riglar è di casa Arturo Lucchini, saurano classe del ’41, fedele frequentatore di Lateis e che ci ricorda le storie di Sauris e il fascino del nostro piccolo mondo alpino che conserva quadri di una storia che spesso non ci si immagina neppure, come quella dei Cosacchi.
Premessa: Arturo non è un “anziano”, ma una persona sempre-giovane, dallo spirito gioviale e una bella memoria, lucida e che ama annotare vicende della nostra terra. Nato il 2 agosto 1941 in pieno periodo della 2a guerra mondiale, venne partorito lungo il sentiero che scende dall’Olbe! Già questo lo rende speciale: chi oggi nasce nella natura? Tra i suoi primi ricordi c’è quello di suo zio Giovanni che partiva per la Russia nel 1942 e da cui non fece più ritorno, ma soprattutto quello dei Cosacchi. E’ un episodio che risale al 1944, quando Arturo sentì i campanellini dei loro cavalli lungo il sentiero della baita Minigher.
In Carnia a quel tempo arrivarono i Cosacchi, quelli del Don per intenderci, e vi rimasero per un pò.
Che ci facevano i cosacchi a Sauris? Giunsero nel ’44, quando il Odilo Globocnick, comandante delle SS a Trieste diede inizio all’operazione Ataman, che nel giro di qualche settimana trasferì circa 22.000 cosacchi (9.000 soldati, 6.000 “vecchi”, 4.000 “familiari” e 3.000 “bambini”) proprio in Carnia. Lo scopo era costituire una nuova terra promessa dai tedeschi per questa etnia. Essi giunsero a bordo di 50 treni merci militari insieme ad altri 4000 persone provenienti dal Caucaso e si insediarono in questa terra replicando in pieno il loro stile di vita, culti e comunità secondo la loro organizzazione sociale.
Per trovare un insediamento ideale nella loro nuova terra di Carnia, il loro capo, “l’Ataman” Pëtr Nikolaevič Krasnov, costituì la sede al governo cosacco nel comune di Verzegnis e molte nostre località vennero vennero ribattezzate con i nomi delle città russe (Alesso fu ribattezzata in Novočerkassk, Trasaghis in Novorossijsk, Cavazzo in Krasnodar). Anche Sauris aveva attratto i suoi cavalieri nell’intento di valutare un possibile insediamento, ma con la ritiriata delle truppe germaniche dall’Italia, i Cosacchi iniziarono a lasciare la Carnia per ritirarsi in Austria dove, il 9 maggio del ’45, si arresero pacificamente alle truppe inglesi presso la città di Lienz.
Arturo ricorda quei giorni perchè a Sauris i tedeschi che occupavano il nostro Comune, appiccarono fuoco allo stavolo di Frumeibm, bruciandolo perchè si accorsero che alcuni partigiani vi avevano pernottato, e da casa sua Arturo ricorda benissimo le fiamme.
Fu l’ultimo episodio di un’epoca in cui l’aria di guerra caratterizzava i pensieri della gente.
Grazie Arturo per aver condiviso con gli amici del RiglarHaus
un pezzetto della vera storia di Sauris!
Per chi ama saper di più sui cosacchi in Carnia, nel libro di Patrizia Deotto (“Stanitsa Tèrskaja: L’illusione cosacca di una terra“ Ed. Gaspari, Udine 2005) può trovare molte interessanti storie e accadimenti del periodo. E nel caso venite al RiglarHaus, lo potrete leggere da noi, nel massimo relax, nel tal caso… Buona Lettura e Vi Aspettiamo!
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Foto: Pattuglia di cosacchi durante gli ultimi giochi olimpici a Sochi.