Non è tendenza architettonica. Non è un fabbisogno estetico dettato da una domanda turistica. Qui, a Sauris, la tradizione del legno esiste da oltre 800 anni.
Nelle Alpi da sempre la popolazione aveva poche risorse per sopravvivere. Nelle zone a medie altitudini, il legno veniva visto più come un prodotto da vendere “a valle“. Per secoli infatti la Repubblica Serenissima di Venezia aveva bisogno di grandi quantità di legno (nota: per costruire navi e soprattutto le fondamenta della città) e faceva di tutto per assoldare intere comunità al suo servizio. Comunità che persero quasi totalmente la loro indipendenza economica.
Le popolazioni alpine più remote tuttavia, quelle non dipendenti dalle “economie della pianura” forse anche perchè più isolate, continuavano a conservare un altro approccio alla vita e un legame con la natura più attento nel conservare l’equilibrio tra uomo e gli elementi. Probabilmente fu proprio questo aspetto a determinare una caratteristica culturale di base: le popolazioni alpine non sono mai state abituate a guardare troppo a valle, bensì molto di più alla montagna.
Il perchè era naturale: da sempre era la montagna a dare loro una “qualità” alla vita. E il legno, il prodotto per eccellenza dei nostri boschi, era anche quello che ha consentito alla gente alpina di sopravvivere. Non era una questione di costi economici, semmai di saper affrontare le difficoltà naturali, ma il beneficio era grande, si trattava di sopravvivere liberi e indipendenti.
Questa “indipendenza” si riconosceva soprattutto nel valore di lavori che col tempo sono divenuti dei ruoli sociali: falegnami, tagliaboschi, carpentieri, etc. La “mano” del singolo individuo consacrava una maestria, una particolare conoscenza o abilità sul legno, come per esempio valutare quando e se quel taglio di legno era più indicato per costrure la cappa di un camino o un mobile, un letto, un’impalcatura, un tetto.
Ancora oggi, qui a Sauris, si impara sin da piccoli a riconoscere il tipo di qualità del legno di ogni pianta (e quindi di preparazione e di utilizzo): larici, pini, abeti, cirmoli,… Si apprende quando va fatto il taglio migliore per far sì che le assi non si spacchino, si conoscono le fasi lunari adatte al taglio del legno più idoneo, le stagioni del taglio e della stagionatura. L’arte del legno non è una questione solo “finale” di quel che produce (es. un mobile o un balcone), bensì una conoscenza antica che obbliga le persone a rimanere in contatto con la natura. La gente di Sauris comprende bene questo valore.




Costruire uno Stavolo (baita tradizionale della carnia) è da sempre, e rimane, un rito. Le fondamenta sono in sasso, ma la struttura è legno. E per le sue caratteristiche, la sua corstuzione raccoglie persone con diverse abilità, le cui conoscenze si rinnovano ogni volta che lavorano insieme.
Ma perchè vivere questa tradizione è importante?
Prima di tutto perchè consente di vivere costantemente un’esperienza sensoriale calda e rilassante che fa bene. Il legno è infatti un elemento naturale “vivo”. Le proprietà fisiche che il legno trasmette sono uniche: una naturale elasticità, il migliore materiale costruttivo in zone sismiche, resistente e duraturo. Per chi sa coglierne in profondità la sua essenza, il legno trasmette un suo profumo, dando un’atmosfera naturale in cui l’aria sembra più salubre, perchè assorbe l’umidità in eccesso degli ambienti, rilasciandola quando invece l’aria si fa secca. Inoltre è un prodotto sostenibile che si produce dove le piante vengono curate come risorse rinnovabili. La sensazione termica di una stanza in legno è piacevole e calda: il legno rimane infatti uno dei migliori isolanti termici, ideale per risparmiare energia d’inverno e per ridurre il surriscaldamento dell’ambiente d’estate.
Cosa può produrre allora il rapporto di un simile elemento con chi rispetta la natura?
Lavorare il legno richiede una capacità che può esser colta solo da chi lo ama: richiede rispetto, dell’elemento, della sua natura, della natura che lo produce. Per questo dietro la sua lavorazione vi sono vere arti tradizionali che hanno consentito di sopravvivere per centinaia di anni, come a Sauris. E’ uno strumento di saggezza!
Ecco forse il perchè abitare nel legno è bello!
Ci si sente meglio, ci si sente migliori se possiamo conservarne l’uso tradizionale. Oggi questo suo utilizzo si conserva ancora qui a Sauris.
La tradizione qui prosegue in ogni famiglia dove il “fai da te” continua e dove molti saurani ne hanno fatto il proprio lavoro, come i fratelli Plozzer della ditta Legnostile o Gaetano Schenider con la sua segheria.
Ogni saurano ama il legno. E se venite a Sauris, non potrete fare a meno di notare che – dallo stile delle case – faremo di tutto per utilizzare e riportare il legno nella vita quotidiana come l’elemento di arredo più autentico. Così pure al RiglarHaus quando si è rinnovata la Stube e si è aperto il Wellness: il legno non è un prodotto di tendenza, ma quel vero elemento naturale capace di rimette in moto antiche tradizioni di saggezza.
MC