Passeggiata in bicicletta verso lo Zoncolan partendo da frazione Liariis
I friulani lo chiamano il Kaiser, e a ben ragione, perché il passo del monte Zoncolan, soprattutto se affrontato dal versante che sale dal comune di Ovaro, è una di quelle salite epiche che hanno trovato posto nelle tappe più dure del Giro d’Italia. La salita dello Zoncolan viene definita la più dura d’Europa da ciclisti come Gilberto Simoni che per ben due volte è riuscito a raggiungere il traguardo per primo.
La scoperta di questa terribile ascesa lunga poco più di dieci chilometri, o quanto meno la sua segnalazione al grande pubblico, la si deve a uno sportivo la cui attività ha ben poco a che fare con le due ruote: Francesco Guidolin. Nei diversi anni trascorsi ad allenare l’Udinese, ha sempre dedicato il suo tempo libero alla passione per la bicicletta ed era stato proprio lui a indicare agli organizzatori del Giro la presenza di questa salita massacrante che parte da Ovaro, nel cuore della Carnia. Era il 2007 e da quel giorno il tratto che dalla frazione di Lariis porta alla vetta è divenuto il passo che tutti gli amanti della bicicletta vogliono affrontare per mettersi alla prova.
A Lariis, a dire il vero, la salita è già iniziata da poco meno un chilometro, con pendenze accessibili, ma a partire da questo piccolo borgo le cose cambiano. Girando a destra quando ci si trova in piazza si affronta circa mezzo chilometro di strada stretta, ma all’apparenza pianeggiante e poi inizia il tour de force. La salita può essere suddivisa in tre parti. Nella prima, che è lunga circa un paio di chilometri, le pendenze medie superano il 14% e ciò che scoraggia maggiormente chi si trova ad affrontare l’ascesa è il fatto che la strada sia tutta dritta e pare non finire mai, anche se si sta pedalando in mezzo a un bosco.
La seconda parte, lunga all’incirca sei chilometri, è quella “micidiale”. Si inizia con lo stretto tornante dove si trova un effigie di Sant’Antonio e poi si hanno davanti pendenze che vanno dal 19,3% al 19,7% per quasi un chilometro. Dopo 200 metri, in cui si può riprendere fiato con la salita che diventa lieve, la strada si impenna nuovamente a oltre il 17%. Quando, dopo mezzo chilometro, ci si trova ad affrontare un 14% sembra quasi una passeggiata, ma attenzione perché la grande insidia deve ancora arrivare con i trecento metri più duri di sempre (20.3%).
Ancora pendenze severe per oltre 2 chilometri e poi si inizia a respirare. Quando si abbandona il bosco e si incontra il bivio per la malga Pozof la salita diventa pedalabile, al 6-7% e con un breve tratto addirittura in discesa. Dopo un altro chilometro si entra nel primo dei tre tunnel che hanno un fondo in cemento (sistemato per il passaggio del Giro del 2007). All’uscita della terza galleria c’è ancora poco meno di un chilometro ad oltre il 10% e poi finalmente si giunge in vetta: stanchissimi ma felici di aver vinto il Kaiser.